martedì 11 agosto 2009

8 agosto

Entriamo alla death valley di buon'ora con un'adeguata scorta d'acqua, un paio di occhiali da sole ed un cappello ciascuno e la protezione 30. Gia' all'ingresso del parco lo scenario e' mirabile: la strada scende da beatty nella valle con un perfetto rettilineo, in mezzo a sterpi w rocce. Prima tappa miniere di borace abbandonate, poi visitor center e pranzo a buffet davero pregevole . Nel pomeriggio percorriamo le canoniche tappe. La nostra tappa preferita e' stata artist drive: bellissimo guidare tra le rocce che sembrano dipinte a mano. Lo spettacolo ha anche fatto rinsavire roberto: il terzo incomodo che sta nascosto nel navigatore ha ripreso a parlare. La benzina a furnace creek costa ul doppio che altrove. Poco prima del tramonto partiamo in direzione di sequoia park. la strada attraversa le montagne: prima sale dritta fino a 6000 piedi, poi scende altrettanto dritta per risalire nuovamente. Intanto il paesaggio comincia lentamente a cambiare. Quello che non cambia e' la densita' della popolazione: dobbiamo percorrere un bel po' di chilometri prima di trovare un ristorante "indiano". Qui cucinano gran filetti di manzo, altro che pollo al curry: questi sono indiani d'america. Per il motel e' anche peggio: dobbiamo uscire dall'autostrada, percorrere almeno 20km ed inoltre il primo motel segnalato dal navigatore, nonostante l'insegna illuminata, e' inquietantemente abbandonato. Per fortuna in zona c'e' anche il motel6, che ormai ci ha fidelizzato. Ci attende, pero', l'ultima fatica: la receptionist impiega mezz'ora ad assegnare le due stanze prima della nostra, ed olga rischia nel frattempo di farsi la pipi' addosso.

Nessun commento:

Posta un commento